La dipendenza dalla pallina: un gioco innocente o un segnale di disagio?
- Karin Lüthi

- 24 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Nelle nostre latitudini, far giocare il cane con la pallina è spesso visto come un'attività positiva: divertente, stimolante e utile a “sfogare” l’energia dell’animale. Un momento di leggerezza in cui il cane si scatena, corre, salta, afferra la pallina con entusiasmo… e spesso, viene anche deriso per la sua insistenza, per quella che sembra un’evidente “dipendenza” dal gioco.
Ma ci siamo mai chiesti cosa significhi davvero questo comportamento dal punto di vista del cane?
Non è solo un gioco: è un bisogno primordiale
Per il cane, rincorrere una pallina non è uno scherzo. È una forma di caccia surrogata. In natura, un predatore rincorre, cattura, uccide e mangia la preda. Ma quando l’unico sfogo di questo istinto si riduce al rincorrere una pallina che non si può né uccidere né mangiare, qualcosa si rompe.
Il cane si attiva, si eccita, si mette alla prova sempre di più: corre più veloce, salta più in alto, cerca di superare i propri limiti. E l’umano, inconsapevolmente, diventa un semplice “lanciapalline” privo di ogni relazione o importanza (infatti anche sostituibile con leggerezza). Ma alla fine, non c’è alcuna gratificazione reale. Nessun pasto, nessun senso di appagamento o appartenenza. Solo frustrazione e solitudine.
E questa frustrazione si accumula.
Cosa succede dentro il cane
Quando il cane caccia, il suo corpo entra in un ciclo ormonale ben definito. La preda catturata e mangiata porta sazietà, che riduce l’ormone dell’appetito (ghrelina) e modula altri ormoni come dopamina e cortisolo. In risposta, il cane produce serotonina (benessere) e melatonina (rilassamento). È un sistema biologico equilibrato, pensato per riportare la calma dopo l’attività.
Con la pallina, però, questo ciclo resta incompleto. Il cane resta “attivo”, continuamente in cerca, continuamente in tensione. Questo genera stress e un’eccessiva produzione di vasopressina, l’ormone della frustrazione, che può avere impatti importanti sul benessere fisico e mentale.
Al contrario, un'attività condivisa tra cane e umano, basata su interessi comuni e cooperazione verso un obiettivo, stimola la produzione di ossitocina (l'ormone della relazione e del legame affettivo), lo stesso che si attiva durante le coccole o i comportamenti di cura tra genitori e cuccioli.
I segnali di una dipendenza
I cani che sviluppano una dipendenza da questo tipo di stimolazione possono manifestare sintomi evidenti, tra cui:
• Irrequietezza, incapacità di rilassarsi
• Disturbi del sonno
• Continue richieste di attenzione (saltare addosso, mordicchiare, abbaiare)
• Ricerca ossessiva di oggetti (bastoni, sassi, giochi) da portare a chiunque
• Sguardo fisso, assente, “fatto”
• Sbalzi d’umore, momenti di furia o aggressività
• Frustrazione cronica
• Scarso autocontrollo
• Calo dell’appetito
• Alta tolleranza al dolore
• Comportamenti eccessivi o autolesivi nel gioco (fino allo sfinimento)
Ma come nasce questa dipendenza?
Tutto parte da un meccanismo molto semplice: il cane prende la pallina → prova piacere → rilascia endorfine (“ormone della felicità”). Questo effetto viene percepito come un “kik” emozionale, che facilmente diventa desiderato, ricercato, bramato.
Se questo “kik” diventa l’unica fonte di gratificazione e viene ripetuto più volte, il cane inizia a vivere in funzione di quel momento. E più è grande il contrasto tra la normalità e quel picco di euforia (kik), più forte sarà il rischio di dipendenza.
Le conseguenze sul lungo periodo
Le implicazioni non sono solo comportamentali, ma anche fisiche e psicologiche:
Comportamentali
• Aumento della frustrazione
• Comportamenti egocentrici e antisociali
• Possibili scatti di aggressività
Fisiche
• Stress cronico che danneggia il sistema cardiovascolare (infarti e ictus)
• Problemi digestivi
• Sistema immunitario compromesso
• Maggiore rischio di malattie e morte prematura
Psicologiche
• Stati d’ansia, attacchi di panico
• Depressione
• Isolamento sociale, conflitti
• Incomprensioni, insicurezze, fallimenti relazionali
Come affrontare la situazione
Uscire da questo circolo vizioso richiede tempo, pazienza e consapevolezza, ma è possibile!
Ecco alcuni primi passi fondamentali:
• Tanto riposo e relax: il cane ha bisogno di ritrovare la calma, di abbassare i livelli di stress.
• Eliminare stimoli eccessivi: niente palline, frisbee o giochi compulsivi.
• Ricostruire il ritmo ormonale naturale: pasti regolari, sonno, passeggiate tranquille.
• No ai comandi, sì alla cooperazione: evitare pressioni e aspettative, favorire la connessione.
• Creare il “noi”: fare attività insieme e nell'interesse del cane, ricerca ect.
• Inserire gradualmente regole e attività educative: rompicapo, problem solving, esercizi per la vita quotidiana.
• Accettare il cane per quello che è, senza aspettative performative.
• Garantire sicurezza e protezione.
• Desensibilizzare gradualmente le situazioni di stress.
Un invito alla riflessione
Forse il gioco della pallina non è così innocente come sembra. Forse dovremmo smettere di ridere di quei cani “pazzi per la pallina” e iniziare a chiederci: cosa stanno cercando davvero?
Un cane non ha bisogno di essere stancato, ha bisogno di essere compreso.
Se iniziamo a guardare i suoi comportamenti con occhi nuovi, possiamo creare una relazione più sana, equilibrata e rispettosa. E questo non vale solo per la pallina.



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